Concept Note

Democrazia partecipata

 

La sfida delle Intelligenze Relazionali

La potenza è nulla senza il controllo. E l’intelligenza artificiale è nulla senza intelligenza relazionale perché potrebbe rischiare di diventare un lanciarsi bombe e missili da parte di agenti artificiali di potenze contrapposte senza neppure la possibilità dell’intervento umano.

Per questo e molti altri motivi la chiave non solo della soddisfazione e della ricchezza di senso di vita ma anche di prosperità nella vita sociale ed economica – lo dicono milioni di dati e la letteratura empirica in materia – è l’intelligenza relazionale intesa come capacità di costruire relazioni di senso e di qualità con altri esseri umani.

In questo momento di euforia tecnologica nella quale schiacciamo un bottone e tutto sembra possibile, una triste sequenza di eventi, dai femminicidi alle guerre, testimonia quanto abbiamo un bisogno enorme di tornare ad studiare, imparare, educarci ed allenarci all’intelligenza relazionale fatta di quella combinazione di fiducia, meritevolezza di fiducia, eccedenza, riconoscenza e reciprocità che fonda relazioni di qualità costruendo capitale sociale.

L’intelligenza relazionale è quella che ci consente di compiere la quinta operazione, la cooperazione, ovvero uno con uno che fa sempre più di due, operazione che testimonia che la vita nelle cose che contano non è un gioco a somma zero dove io posso vincere solo se ti sconfiggo e tu perdi, ma un gioco a somma positiva dove il nostro cooperare e collaborare rende la torta più grande.

L’economia civile, facendo tesoro delle evidenze sul campo e di quelle sperimentali in materia di dilemmi sociali ci può aiutare a costruire le condizioni per le quali “homo homini natura amicus” e non “homini lupus” come Antonio Genovesi ricordava rispondendo idealmente a Tomas Hobbes.

E’ sulle fondamenta dell’intelligenza relazionale che si costruiscono le soluzioni a tutti i problemi di oggi.

Il riscaldamento globale e l’emergenza climatica richiedono l’intelligenza relazionale di una cooperazione multilaterale tra paesi per cooperare e coordinare le politiche di mitigazione e di adattamento e muovere tutti insieme verso la decarbonizzazione.

Le politiche del lavoro richiedono forme sempre più evolute di dialogo e partecipazione tra lavoratori e datori di lavoro le cui innovazioni recenti (negli ambiti del welfare aziendale, del lavoro agile, della responsabilità sociale ed ambientale d’impresa) devono essere incorporate nei nuovi contratti di lavoro.

Il successo del nostro ambizioso sistema sanitario universale passa dalla qualità della vita di relazioni man mano che l’età avanza, decisiva per la prevenzione e le cure in uno scenario in cui gli anni di vita non in buona salute rischiano di aumentare man mano che l’aspettativa di vita avanza.

Le violenze, i conflitti e le ferite presenti e passate possono essere curate investendo con decisione nella costruzione di rapporti di cooperazione e di pace e riducendo il rischio di conflitti futuri con l’intelligenza relazionale della giustizia riparativa dove le due parti della relazione ferita hanno il coraggio di confrontarsi a cuore aperto.

E nell’anno del giubileo la piaga della crisi del debito estero, frutto in buona parte degli effetti collaterali delle nostre politiche macroeconomiche, che tarpa le opportunità d’investimento in sanità ed istruzione di intere generazioni in paesi a basso reddito, può e deve essere curata da nuova intelligenza relazionale e nuovi accordi sul debito.

Su questi e su altri temi la nuova edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze ci porterà a ragionare e riflettere per costruire assieme ai maggiori protagonisti, addetti ai lavori e buone pratiche, le soluzioni e le risposte future che insieme possiamo e dobbiamo dare.