Giovani Generazioni per l’Action Plan sull’Economia Sociale (e Civile)

Coordinamento delle organizzazioni giovanili per lo sviluppo locale

Contesto

L’iniziativa si inserisce all’interno della settimana edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile dal titolo: “Democrazia Partecipata. La sfida delle intelligenze relazionali” che si terrà il prossimo 2-5 ottobre 2025 a Firenze e intende creare un “coordinamento delle associazioni giovanili” impegnate nell’economia sociale e civile per rafforzare le azioni di equità intergenerazionale e contribuire a ridurre il divario generazionale. Il coordinamento nasce all’interno del FNEC dalla proposta sinergica della Rete Nazionale Giovani Soci e Socie BCC e Giovani Imprenditori Confcooperative per il tramite dell’azione coordinata di NeXt Nuova Economia per Tutti allo scopo di connettere, valorizzare e rafforzare le iniziative realizzate sull’economia sociale e civile.

L’obiettivo generale della proposta è quello di creare un “coordinamento delle associazioni giovanili” che si occupano di economia civile (inteso come paradigma di riferimento) e sociale per rafforzare le azioni di equità intergenerazionale e contribuire a ridurre il divario generazionale. Un modo anche per rispondere alla priorità dell’Action Plan sull’Economia Sociale (sostenere reti, alleanze e piattaforme di collaborazione tra attori dell’economia sociale, nel rispetto delle differenti mission innanzitutto tra le imprese e non imprese che hanno finalità e regolamentazioni diverse).

Premessa

Il quadro di riferimento da cui parte questo documento è costituito da due piani dell’UE: l’European Action Plan on Social Economy e il Youth Action Plan.

Il Piano d’azione dell’UE per l’economia sociale, lanciato nel 2021, mira a sfruttare il potenziale di crescita di imprese sociali, cooperative e associazioni, promuovendo l’innovazione sociale, la doppia transizione (verde e digitale) e la creazione di lavoro dignitoso. Gli obiettivi principali riguardano: la creazione di condizioni più favorevoli per lo sviluppo del settore; il rafforzamento del sostegno alle imprese dell’economia sociale; il fare di questo modello un motore per la transizione ecologica e digitale e per la riduzione della povertà e disuguaglianza.

E’ importante notare che – come affermato dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 27 novembre 2023 sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale (C/2023/1344) – con “economia sociale” ci si riferisce a un insieme di soggetti di diritto privato che forniscono beni e servizi ai propri membri o alla società, tra cui rientrano forme organizzative quali cooperative, società mutualistiche, associazioni (anche di beneficenza), fondazioni o imprese sociali e altre forme giuridiche, che operano in conformità dei principi e delle caratteristiche seguenti:
i) il primato delle persone, nonché del fine sociale o ambientale, rispetto al profitto;
ii) il reinvestimento della totalità o della maggior parte degli utili e delle eccedenze per perseguire le proprie finalità sociali o ambientali e svolgere attività nell’interesse dei loro membri/utenti («interesse collettivo») o della società in generale («interesse generale»);
iii) la governance democratica o partecipativa.

Il “Piano d’azione per i giovani” è l’iniziativa comunitaria tesa al coinvolgimento dei giovani nell’azione “esterna” dell’UE e mira a costruire un partenariato strategico con i giovani di tutto il mondo per affrontare sfide globali e promuovere uno sviluppo sostenibile. L’iniziativa, avviata nel 2022 e valida fino al 2027, si basa sulla strategia dell’UE per la gioventù, la strategia per i diritti umani e la democrazia, e il pilastro europeo dei diritti sociali. Tale iniziativa costituisce il quadro di riferimento per la collaborazione a livello europeo sulle politiche giovanili nel periodo 2019-2027 (fondata sulla risoluzione del Consiglio del 26 novembre 2018).
La collaborazione a livello dell’UE dovrebbe sfruttare le potenzialità offerte dalle politiche per i giovani in modo da: a) promuovere la partecipazione dei giovani alla vita democratica; b) sostenere l’impegno sociale e civico e garantire che tutti i giovani dispongano delle risorse necessarie per prendere parte alla società in cui vivono. Tale strategia si concentra su tre ambiti d’intervento fondamentali, che si possono riassumere con tre verbi: 1) mobilitare; 2) collegare; 3) responsabilizzare, promuovendo un’attuazione trasversale coordinata.

Collegamento strategico tra Europa e Italia

Questi due piani di azione europei puntano su tre pilastri: 1) Engage: stimolare la partecipazione attiva; 2) Empowerment: rafforzare le competenze e l’autonomia; 3) Connect: creare reti, relazioni e scambi.
Da questi tre pilastri vogliamo partire per costruire un piano strategico condiviso per aumentare la partecipazione delle giovani generazioni e delle loro rappresentanze nei processi di sviluppo sociale, politico ed economico. In questa prospettiva crediamo sia necessario creare alleanze intergenerazionali e di genere a diversi livelli.
Siamo convinti dell’urgenza e della necessità di applicare nei territori – con un’attenzione particolare a quelli più fragili (es. aree interne) – gli obiettivi dell’Action Plan sull’Economia Sociale UE, connessi agli strumenti dell’economia civile, per realizzare percorsi di co-progettazione con Regioni e Comuni.

La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) per il periodo 2025-2027 – definita dal Piano strategico nazionale Aree Interne (PSNAI) approvato ad aprile 2025 – che intende ridurre le disuguaglianze territoriali attraverso investimenti in servizi essenziali (istruzione, sanità e trasporti) promuovendo lo sviluppo locale, segnala per alcune aree «un percorso di spopolamento irreversibile» pur evidenziando che “non possono essere abbandonate a sé stesse”. Crediamo sia necessario cambiare approccio puntando su una pianificazione funzionale allo sviluppo dei territori che può essere utilmente collegata all’iniziativa europea richiamata, ad esempio, rispetto alle sfide ed opportunità poste dalla transizione digitale ed ecologica e alla possibilità di sviluppare occasioni di lavoro capaci di valorizzare il patrimonio ambientale delle aree interne.

Tale declinazione dell’Action Plan sull’Economia Sociale deve coinvolgere anche le imprese (profit, non profit e i soggetti della partecipazione attiva a dell’economia sociale) presenti nei territori che possono svolgere un ruolo chiave nello sviluppare e rafforzare le competenze dei giovani, dare loro fiducia, valorizzare i loro talenti (talent strategy) e promuovere la loro formazione integrale, con l’obiettivo di tenere insieme la dimensione professionale, civica/partecipativa e valoriale. Per garantire ai giovani il “diritto di restare” nella propria terra e contribuire in modo innovativo ed originale al suo sviluppo è necessario puntare sulla creazione di reti, relazioni e scambi per aiutare le aree del Paese più in difficoltà.

Un piano strategico tra Europa e Italia

La proposta di un coordinamento delle organizzazioni giovanili che si occupano di economia sociale e civile si inserisce in questo quadro in diversi punti:

Rafforzare l’ecosistema dell’economia sociale (e civile)

  • La creazione di un coordinamento nazionale delle organizzazioni giovanili risponde alla priorità dell’Action Plan di sostenere reti, alleanze e piattaforme di collaborazione tra attori dell’economia sociale.
  • Integrare la dimensione giovanile nei sistemi di governance multilivello, favorendo un radicamento locale coerente con le politiche europee.

Promuovere competenze e formazione

L’Action Plan richiama la necessità di sviluppare competenze imprenditoriali e sociali per i giovani. Il coordinamento proposto può diventare uno strumento per la condivisione di buone pratiche, la formazione reciproca e la sperimentazione di percorsi comuni.

Innovazione e transizione verde/digitale

Attraverso la progettazione partecipata e le sperimentazioni territoriali, i giovani possono essere protagonisti di iniziative legate a comunità energetiche, inclusione sociale, welfare di comunità: ambiti centrali dell’Action Plan.

Youth Participation & Leadership

La proposta risponde all’obiettivo di rafforzare la voce dei giovani nei processi decisionali. Creare un coordinamento significa costruire spazi stabili di consultazione e rappresentanza a livello nazionale e locale attivando processi reali partecipazione e cambiamento.

Youth Empowerment

Il progetto valorizza iniziative già esistenti, non aggiungendo carichi extra ma integrando e potenziando ciò che i giovani fanno già sui territori. In questo modo si rafforza la capacità dei giovani di incidere concretamente sullo sviluppo sociale ed economico.

Youth Action for Green, Inclusive and Digital Transitions

I diversi percorsi di co-progettazione con Regioni e Comuni possono diventare strumenti concreti per realizzare la transizione verde e inclusiva, mettendo i giovani al centro come protagonisti e non solo beneficiari.

In sintesi il coordinamento delle organizzazioni giovanili può diventare un laboratorio di formazione e sperimentazione in cui i giovani sviluppano competenze imprenditoriali, civiche e sociali e politiche, integrate con percorsi di crescita personale e leadership.
In questo contesto, il coordinamento può: favorire la condivisione di buone pratiche tra associazioni e territori; promuovere percorsi di apprendimento attivo, laboratori e mentoring; sostenere i giovani nel diventare protagonisti delle proprie comunità, contribuendo ad iniziative di economia sociale, transizione digitale e verde, e partecipazione civica.

Valore aggiunto della proposta nel contesto europeo:

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Allineamento multilivello

Collega iniziative locali di economia civile con gli strumenti di policy europea, creando un ponte tra territori, istituzioni e giovani.

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Equità generazionale come priorità

Integra il tema della giustizia intergenerazionale all’interno dell’agenda europea, rafforzando uno degli assi trasversali di entrambi i piani.

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Sperimentazione di governance partecipata

Il coordinamento proposto diventa laboratorio pratico di “democrazia partecipata”, in linea con il tema del Festival dell’Economia Civile 2025.

Proposte strategiche per lo sviluppo di un Action Plan locale sull’Economia Sociale e Civile

La proposta di un coordinamento delle organizzazioni giovanili che si occupano di economia sociale e civile si inserisce in questo quadro in diversi punti:

1.

Sviluppare processi di democrazia deliberativa e partecipativa ed elaborare un piano strategico locale sull’Economia Sociale e Civile condiviso per aumentare la partecipazione delle giovani generazioni e delle loro rappresentate nei processi di sviluppo economico. Puntare su una pianificazione funzionale allo sviluppo dei territori per dare sostanza e prospettiva alle linee individuate dall’Action Plan sull’Economia Sociale, dallo Youth Action Plan e dal Piano strategico nazionale delle Aree Interne (PSNAI).

2.

Diffondere le idee ed il modello dell’amministrazione condivisa in modo da consentire ai cittadini (singoli, associati, in rete) e ai Comuni, di svolgere attività concernenti la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni. In questo senso sarebbe interessante sperimentare azioni che coinvolgano giovani ed adulti in una prospettiva intergenerazionale e valorizzare le politiche giovanili realizzate dalle amministrazioni locali in sinergia e collaborazione con ANCI. Si potrebbero anche sviluppare i gemellaggi con Comuni europei (di fatto in essere).

3.

Finanziamento delle idee e dell’imprenditorialità giovanile. Per consentire ai giovani di incidere concretamente nei processi di sviluppo territoriale, è necessario prevedere risorse dedicate al sostegno delle loro proposte e iniziative. Le idee giovanili non devono restare progetti pilota isolati, ma diventare azioni strutturali capaci di generare impatto sociale ed economico. Alcune proposte a titolo esemplificativo: a) quota finanziamento specifica per progetti ideati e gestiti dai giovani b) microcredito, grant, borse innovazione sociale; c) accesso agevolato a bandi europei nazionali/regionali c), fondi intergenerazionali.

4.

Promuovere la creazione di reti, relazioni e scambi con scuola, università, enti di formazione professionale, istituzioni locali (es. centri per l’impiego) e il mondo delle imprese (profit e non profit) per sviluppare e rafforzare le competenze dei giovani ed offrire loro concrete possibilità di inserimento lavorativo (usando strumenti come l’alternanza scuola-lavoro, i tirocini, le borse lavoro, l’apprendistato, le scuole di mestiere). Queste reti devono crescere in continuo dialogo con le nuove generazioni, per evitare che le proposte – anche quelle legate al lavoro e alle politiche giovanili – siano calate dall’alto e quindi poco recepite o percepite come inadeguate. Solo attraverso un confronto costante e paritario si possono generare percorsi realmente partecipati, in cui i giovani diventano co-autori delle soluzioni e non semplici destinatari.

In sintesi, le politiche non si possono limitare a “coinvolgere” i giovani in tavoli di consultazione, ma li devono riconoscere come investimento strategico per il futuro del Paese, offrendo strumenti concreti per trasformare le loro idee in progetti sostenibili.

Al coordinamento delle aggregazioni ed associazioni giovanili che hanno realizzato il documento aderiscono:

      

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